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La vera storia del vibratore: falsi miti e simpatiche verità
Sulla storia del vibratore si può davvero sentire di tutto: da quello ad api di Cleopatra, agli strumenti ideati per curare l’isteria.
Ma qual è la vera storia del vibratore? Cerchiamo di capirlo insieme.
I falsi miti sul vibratore
Come ripreso anche da alcuni film, il vibratore sarebbe nato dalla necessità di curare l’isteria. Secondo tale storia, i medici eseguivano manualmente un massaggio sulla clitoride della paziente, che le consentiva di raggiungere il parossismo isterico (orgasmo) e di ritrovare calma e serenità.
Tale massaggio, che possiamo tranquillamente definire masturbazione, non era interpretato come un’attività sessuale dato che non vi era alcuna penetrazione, sempre secondo il mito, non si credeva che le donne potessero provare piacere senza penetrazione. Era perciò considerato una pratica scientifica tecnica. In seguito, il massaggio sarebbe stato sostituito dal primo vibratore elettrico, creato al fine di rendere la cura più rapida e meno faticosa per i medici.
La storia vera
Fu il dottor Granville a inventare il vibratore nei primi anni 80 dell’Ottocento, ma non per usarlo sulle donne o per curare l’isteria. Infatti, egli sosteneva che andava usato come strumento medico per uomini, da applicare su diverse parti del corpo, per curare dolori, disturbi della colonna vertebrale e sordità. L’unico uso sessuale che indicò fu quello di farlo vibrare sul perineo maschile per curare l’impotenza (sono diverse le illustrazioni dove il medico lo utilizza solo sugli uomini).
L’uso dei vibratori divenne diffuso solo quando vennero commercializzati al grande pubblico come dispositivi medicali agli inizi del ‘900. Sono diverse le pubblicità che garantivano l’efficacia dei vibratori in diverse evenienze, dall’eliminare le rughe a trattare addirittura la tubercolosi.
Solo le consumatrici femminili ne hanno poi colto il potenziale erotico, prima di nascosto e poi pubblicamente nei primi anni 70 del ‘900, quando la femminista Betty Dodson cominciò a utilizzare i vibratori come oggetti sessuali nei suoi seminari sulla masturbazione.
Una simpatica verità
Quando i medici iniziarono a utilizzare i vibratori sulle donne, evitavano con accuratezza di farli entrare in contatto con le loro clitoridi. Riportiamo le parole del ginecologo James Craven Wood nel 1917: “La più grande obiezione alla vibrazione applicata in questo modo è che nelle pazienti eccessivamente sensibili è responsabile di causare eccitazione sessuale,”.
Poi chiudeva affermando che, comunque, se “il vibratore viene tenuto ben lontano dalla clitoride, c’è un rischio basso di causare questo eccitamento.”
Tanti uomini con un vibratore in mano che evitavano, quindi, penetrazione e clitoride.
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